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mercoledì 4 maggio 2011

ImmaginaMI - Una metropolitana più sicura

Uno dei cinque punti del mio programma per costruire una Milano migliore è avere le stazioni della metropolitana più agevoli e sicure per tutti. Per questo le metropolitane devono essere meglio presidiate.

Il problema è stato presentato con una mozione presentata nell'ottobre 2010 che ormai, dal 15 maggio in poi, è diventata prioritaria.

Chiedo che sia restituito il corpo speciale della polizia locale per il pattugliamento delle stazioni del metrò con almeno cinquanta agenti.

Inoltre, a tal proposito sollecito Atm perché valorizzi i suoi dipendenti: oggi solo 40 su 450 sono incaricati di sorvegliare stazioni e mezzanini. Più dipendenti nelle stazioni e un aumento di stipendio a chi si dedica alla sorveglianza.


Ricordiamoci che la Polizia di Stato ha un reparto specializzato nella prevenzione dei reati nelle stazioni dei metrò, ma non presta servizio nei giorni di grande afflusso di passeggeri, quali le domeniche e i festivi. Oggi la sicurezza nei mezzanini è affidata alle ronde di figure esterne ed estemporanee, quali poliziotti in pensione: troppo poco.



In metropolitana non servono servizi esterni o ronde più o meno improvvisate, per quanto meritorie. Meglio puntare su soluzioni interne: bisogna rifondare il reparto dei vigili e utilizzare diversamente i dipendenti Atm. Sono sicuro che il 99 per cento dei milanesi ne sarebbe contento e se qualche assessore o qualche dirigente viaggiassero più o meno in metropolitana che in autoblu, lo capirebbero.

Le stazioni di Cadorna, Loreto, Conciliazione e Bande nere sono afflitte da borseggiatori. A Bonola, invece, c'è un bar ritrovo di pusher, ambulanti abusivi e accattoni che minacciano i dipendenti Atm. Il mezzanino usato come discoteca dai ragazzi sud americani a Porta Venezia e, per finire, la presenza costante di una cinquantina di ambulanti abusivi stranieri alla fermata della rossa Sesto FS.

Tra il 2009 e il 2010 ci sono state 500 aggressioni in metropolitana e 200 atti vandalici. Inoltre le denunce sono in aumento da 6500 a 7000.
Sulla sicurezza in metropolitana si è fatto tanto, ma si può fare di più.

martedì 5 aprile 2011

ImmaginaMI - Una nuova Darsena

La città devono essere considerate spazi identitari, relazionali e storici: spazi in cui le individualità si incrociano, entrano in relazione nella quotidianità.

Il recupero della Darsena ha come obiettivo restituire uno spazio vivibile alla città e ai cittadini, recuperare un cuore antico e pulsante che ricorda il sapore ed il colore di una Milano che va sempre più scomparendo tra spinte e manie progettuali troppo spesso calate dall’alto per logiche speculative e poco condivisi dal basso con i cittadini.

Il progetto di riqualificazione vuole restituire uno spazio sociale alle persone in quanto cittadini e non utenti.

La Darsena, con suoi argini aperti e percorribili, rappresenta un esempio nella città costruita nel rispetto della sua natura territoriale e riteniamo che non sia lecito snaturarne la memoria antica e umana.
Inoltre, è diventata anche un sito importante per specie in migrazione: oltre a passeri, cince e storni, ospita ormai il passaggio di specie più sensibili. La rinascita spontanea della natura ha riconquistato la zona abbandonata della Darsena e ha creato un piccolo e prezioso ecosistema che, raccogliendo l’invito del WWF, deve essere integrato all’interno del contesto urbano per continuare a far vivere la piccola oasi naturale spontanea.

L’ipotesi di progetto che proponiamo si muove verso un senso di recupero identitario: riscoprire le vie d’acqua, le realtà architettoniche e urbanistiche esistenti e integrare dignità e qualità urbana con funzioni idonee, compatibili e vivibili nell’ attuale realtà. Educare, anche a livello architettonico, al rispetto dei valori e dell’identità per affermare il valore umano, sociale e culturale della città intera.
La proposta (da trasformare in progetto mediante un concorso aperto agli architetti milanesi) che vogliamo discutere con voi è un indirizzo e, quindi, è volutamente lasciato aperto.

Le funzioni che, riteniamo, dovrebbero essere presenti e, che si possono realizzare con interventi semplici, ma curati, e con la massima attenzione ai costi, sono:


  • il ripristino della funzione storica di porto declinata con vocazione diportistico/ turistica: (1) realizzare una marina pensata per piccole imbarcazioni elettriche o a remi, (2) implementare un servizio, in collaborazione con i circoli canottieri, per corsi di canottaggio, canoa o vela, (3) ospitare il terminal di bateaux mouches di servizio pubblico.
    Un modo per far rivivere non solo la Darsena, ma anche tutto il sistema Navigli e le vie fluviali ad esse collegate (come prevede anche il progetto del parco delle vie d’acqua proposto per Expo2015).
  • preservare e mantere l’ambiente naturale che si è riformato grazie all’insediamento di vegetazione spontanea, in gran parte autoctona, che offre l’habitat a oltre 30 specie di uccelli (come per esempio Germano reale, Gallinella d’acqua, Cannareccione, Cannaiola verdognola, Usignolo, Marzaiola, Gabbiano comune, Cormorano...)
  • La realizzazione di piste ciclabili di collegamento verso il futuro parco delle vie d’acqua e sul Naviglio Pavese verso Pavia. Predisporre un piano di mobilità ciclabile funzionale alla zona: consentire il trasporto bici in metropolitana e identificare le stazioni (S.Ambrogio, S. Agostino, Genova, Romolo, Famagosta) da adeguare in tal senso e adeguare i ponti pedonali sui Navigli per le bici.



concept: gruppo territorio urbanistica Lega Nord Milano 
coordinamento arch. Marco Giachetti 
progetto e grafica arch. Ivo Cassetta 
testi arch. Renzo Marrucci  
consulenza ambientale ed idrologica arch. Olivia Carone e ing. Mario Amadasi