La città devono essere considerate spazi identitari, relazionali e storici: spazi in cui le individualità si incrociano, entrano in relazione nella quotidianità.
Il recupero della Darsena ha come obiettivo restituire uno spazio vivibile alla città e ai cittadini, recuperare un cuore antico e pulsante che ricorda il sapore ed il colore di una Milano che va sempre più scomparendo tra spinte e manie progettuali troppo spesso calate dall’alto per logiche speculative e poco condivisi dal basso con i cittadini.
Il progetto di riqualificazione vuole restituire uno spazio sociale alle persone in quanto cittadini e non utenti.
La Darsena, con suoi argini aperti e percorribili, rappresenta un esempio nella città costruita nel rispetto della sua natura territoriale e riteniamo che non sia lecito snaturarne la memoria antica e umana.
Inoltre, è diventata anche un sito importante per specie in migrazione: oltre a passeri, cince e storni, ospita ormai il passaggio di specie più sensibili. La rinascita spontanea della natura ha riconquistato la zona abbandonata della Darsena e ha creato un piccolo e prezioso ecosistema che, raccogliendo l’invito del WWF, deve essere integrato all’interno del contesto urbano per continuare a far vivere la piccola oasi naturale spontanea.
L’ipotesi di progetto che proponiamo si muove verso un senso di recupero identitario: riscoprire le vie d’acqua, le realtà architettoniche e urbanistiche esistenti e integrare dignità e qualità urbana con funzioni idonee, compatibili e vivibili nell’ attuale realtà. Educare, anche a livello architettonico, al rispetto dei valori e dell’identità per affermare il valore umano, sociale e culturale della città intera.
La proposta (da trasformare in progetto mediante un concorso aperto agli architetti milanesi) che vogliamo discutere con voi è un indirizzo e, quindi, è volutamente lasciato aperto.
Le funzioni che, riteniamo, dovrebbero essere presenti e, che si possono realizzare con interventi semplici, ma curati, e con la massima attenzione ai costi, sono:
- il ripristino della funzione storica di porto declinata con vocazione diportistico/ turistica: (1) realizzare una marina pensata per piccole imbarcazioni elettriche o a remi, (2) implementare un servizio, in collaborazione con i circoli canottieri, per corsi di canottaggio, canoa o vela, (3) ospitare il terminal di bateaux mouches di servizio pubblico.
Un modo per far rivivere non solo la Darsena, ma anche tutto il sistema Navigli e le vie fluviali ad esse collegate (come prevede anche il progetto del parco delle vie d’acqua proposto per Expo2015).
- preservare e mantere l’ambiente naturale che si è riformato grazie all’insediamento di vegetazione spontanea, in gran parte autoctona, che offre l’habitat a oltre 30 specie di uccelli (come per esempio Germano reale, Gallinella d’acqua, Cannareccione, Cannaiola verdognola, Usignolo, Marzaiola, Gabbiano comune, Cormorano...)
- La realizzazione di piste ciclabili di collegamento verso il futuro parco delle vie d’acqua e sul Naviglio Pavese verso Pavia. Predisporre un piano di mobilità ciclabile funzionale alla zona: consentire il trasporto bici in metropolitana e identificare le stazioni (S.Ambrogio, S. Agostino, Genova, Romolo, Famagosta) da adeguare in tal senso e adeguare i ponti pedonali sui Navigli per le bici.
concept: gruppo territorio urbanistica Lega Nord Milano
coordinamento arch. Marco Giachetti
progetto e grafica arch. Ivo Cassetta
testi arch. Renzo Marrucci
consulenza ambientale ed idrologica arch. Olivia Carone e ing. Mario Amadasi